È l'esperienza di essere pienamente consapevoli di qualsiasi cosa stia accadendo nel presente, senza avere filtri o criticare e definire quanto accade. È la capacità di continuare a prestare attenzione allo svolgersi dell'esperienza che facciamo momento dopo momento, attimo dopo attimo ma senza giudicarla o etichettarla.
La pratica origina nelle antichissime tradizioni delle discipline meditative buddhiste e al di là delle radici spirituali è diventata una risorsa preziosa per il benessere psicologico, mentale emotivo e fisico.
Nella meditazione e nella Mindfulness possiamo imparare a stabilire una relazione diretta e profonda tra noi e la nostra vita interiore. Poiché riguarda la nostra vita interiore nessuno può farlo per noi o spiegarci esattamente come farlo. Si tratta di “essere presenti” e questa è una capacità che tutti abbiamo già. Abbiamo bisogno però di accorgerci quando non siamo più presenti e consapevoli. Nel momento stesso in cui riconosciamo di non essere presenti torniamo ad esserlo!
Rivolgendo attenzione al mondo interiore e rimanendo osservatori neutrali ecco che siamo faccia a faccia con i diversi sgraditi ma abituali ospiti interiori. La Mindfulness genera uno spazio che ci consente di uscire da questa dolorosa sfilata di ferite mentali ed emotive, avversioni e fantasie e con la pratica imparare ad accogliere pensieri e sentimenti difficili, scopre le loro radici e vivere stati più duraturi e profondi di accettazione e di pace.
E dato che un grammo di pratica vale più di una tonnellata di teoria perché non fare un po' di pratica?
PER SAPERNE DI PIÚ
Mente, meditazione e salute
Attualmente la ricerca medica ha convalidato come, sia gli agenti psichici di stress (che noi elaboriamo cognitivamente ed emozionalmente) sia gli stress di tipo biologico (che interessano il sistema immunitario) siano in grado di attivare le stesse aree del cervello. Sta lentamente emergendo un nuovo paradigma biomedico fondato sulla visione dell’organismo umano come rete di comunicazione integrata in cui il sistema nervoso, quello neuroendocrino, il sistema immunitario e lo psichico funzionano come un network.
Ricercatori e psicologi occidentali stanno riconoscendo il ruolo fondamentale che la meditazione riveste sia per il benessere psicologico sia per quanto riguarda il benessere fisico. L’uso regolare della meditazione ha quindi un grande impatto sul benessere fisico oltre che su quello psicologico.
I disturbi psicologici, le forme di sofferenza e di disagio che chiamiamo “sintomi”, la paura e la precarietà esistenziale nascono dai nostri schemi mentali, emozionali e da come siamo soliti agire. In virtù di questi schemi ripetitivi che generano sofferenza in modo ormai automatico alcuni approcci terapeutici moderni fanno riferimento alla “consapevolezza” come elemento importante della guarigione e del benessere.
“Essere consapevoli” non coincide con la comune coscienza ordinaria, automatica con la quale conduciamo gran parte della nostra vita e non consiste neppure nella riflessione mentale sulle cose. Piuttosto si configura come un'attività volontaria, che ci consente di osservare attentamente ed in modo neutrale ciò che si muove interiormente e poi a scoprire che non siamo solo questo divenire incessante.
Alcune tradizioni spirituali, come il buddhismo presentano la meditazione come una terapia della sofferenza e come tale dotata di una dimensione spirituale. Tuttavia l’invito non è a cercare salvezza in un Essere Superiore, esterno, che possa intervenire miracolosamente. La meditazione in tali tradizioni è una pratica atta a porre “l’uomo di fronte a se stesso”, in modo che agisca in base alle “sue sole forze” e lo renda “responsabile di ogni suo atto”.
Non è affatto un invito all’onnipotenza, si tratta invece di non abdicare rispetto ad una comprensione personale e diretta, intima della propria realtà interiore.
In questo senso la meditazione è una pratica di responsabilizzazione, nella quale l’impegno personale e la sperimentazione vanno di pari passo.
Non implica nessuna fede, se non quella nelle proprie capacità, e si configura come un addestramento ad essere presenti e sensibili ai contenuti interiori. Una pratica che punta, senza nessuna mediazione, alla conquista della pace mentale, allo sviluppo della consapevolezza ed anche ad una ricerca non convenzionale di esperienza della trascendenza. Una esperienza che non deve essere appannaggio di pochi individui eccezionali ma che può essere alla portata di tutti.
In questo senso la Mindfulness, una forma standardizzata di meditazione, rappresenta un modo di lavorare su di sé, di conoscersi profondamente e recuperare quel senso del'”essere” che viene continuamente oscurato dalle vicende della vita, dalle attività mentali e dalle nostre risposte automatiche al mondo.
La meditazione produce una temporanea sospensione dell’Io perché permette uno spazio tra sé e sé. Questo allontanamento, questo spazio interno è ciò che viene chiamato “consapevolezza” un insieme di attenzione fluida, apertura, ricettività. Si tratta di uno stato che non è un prodotto mentale ma una disposizione interna.
Tale disposizione d’animo è in grado di produrre degli effetti che vanno ben oltre il momento in cui viene praticata la meditazione, generando un benessere progressivo.